25/08/11

It sucks to be you right now.

Sono giorni davvero strani, corti e nello stesso momento infiniti, caldi, talmente caldi che quando rientro a casa il pomeriggio non apro le finestre altrimenti disperdo freschezza: mi spoglio soltanto e mi metto a vedere Hannah Montana. Giorni in cui non sporco una pentola ma mi sembra di mangiare comunque troppo e male, giorni in cui rimando un sacco di cose come fare la spesa o ricomprare la bici, dopo che della prima mi hanno fottuto la ruota posteriore*, per girare per Firenze decentemente; dovrei poi chiamare l’omino dell’aria condizionata che è rotta da due anni, anche se sarà pieno di lavoro con sto caldo e mi verrà solo a ottobre.
Insomma, sono giorni scombinati. C’entra il periodo estivo che mi ha sempre sfasato: io ero lo sfigatino a cui a settembre non dispiaceva tornare a scuola, perché trovavo confortante l’organizzazione delle giornate e delle settimane, il ritmo sveglia-scuola-pranzo-compiti-cena-letto era una sicurezza. Vivendo in città inoltre mi scontro con una cosa che a Viareggio non succede, ovvero la fuga durante il mese di agosto di qualunque essere vivente verso altri lidi: a te, che hai sempre lavorato ad agosto, sembra di abitare su Marte.
A dare un “aiuto” a questi giorni, poi, c’entra ovviamente tutto il resto, di cui sopra.

Se dovessi assaporare la sensazione che provo adesso, direi che siamo sull’apatia, con un retrogusto amarognolo di depressione e pinoli, sì. Però c’è anche una base dolce di ottimismo, magari con un po’ di burro. L’ottimismo è dato dalla voglia di ripartire, di non veder l’ora che tutti gli amici rientrino in città, che negozi e locali riaprano regolarmente invece di deluderti con le loro chiusure o mezze giornate ed infine che i miei adorati corsi serali ripartano, per riempire giornate e soprattutto testa. Voglio andare avanti, scontrarmi con il prossimo natale in cui, impegno preso, cucinerò io, non importa cosa o come, quel che importa è essere ancora intorno alla stessa tavola. Vorrei affrontare, incassando ma stratificandomi, tutto quello che verrà, senza aver paura degli errori che purtroppo, si fanno. Però servono.
*Lo so che qualcuno si sta chiedendo “perché ti ricompri tutta la bici invece di andare a far mettere la ruota?”. La risposta è data dal fatto che la bici in sé era già usata e pagata 60€, vivendo in centro, dove sono tutti gioiellieri, pagherei il rimpiazzo della ruota quanto un’altra bici. E poi comunque l’ho già fatta portare via dalla Quadrifoglio.

17/08/11

I've been california wishing on these stars.

Vorrei aggiornarlo, questo blog, ma non mi viene in mente niente di più “profondo” di cui parlare che non sia la morte di mio padre e la mancanza che ho di lui, e mi vengo a noia e mi faccio tristezza da solo.
Lo sogno quasi ogni notte, sempre vivo, pur avendo nel sogno la consapevolezza che è strano che sia lì, ma non mi faccio tante domande, magari sono consapevole anche di stare dormendo.

 Ieri sera, sotto il cielo stellato di Scandicci, quando il caldo ha lasciato spazio ad una freschezza talmente buona, mentre passavano un film di Woody Allen al cinema all’aperto sulla terrazza del comune, io stavo bene, con i miei sandali ai piedi e mia madre accanto. E contemporaneamente sentivo nel petto l’animo strizzato dai “non più” e “per sempre”.

Basta.
Giuro che al prossimo post parlo del lavoro o della ricetta della ricotta&pere.