13/11/13

I never meant to start a war.

Sul fatto che domani compio trent’anni il me bambino mi punta un dito contro e dice “Quanto sei vecchio” mentre il me anzianotto dal canto suo mi incalza ironico “Per caso vuoi fare a cambio?”.

Io non so cosa sono o cosa voglio. Probabilmente NON voglio celebrare questo compleanno, non voglio più celebrarne alcuno. E’ indubbiamente una data significativa, ma ultimamente meno rumore fa e più sono tranquillo. (Fino a fine giornata, quando mi deprimo perché nessuno mi ha celebrato).

Ho trent’anni, li ho avuti da quando ne ho compiuti venti ma ora che ci sono ha un altro sapore.
Ho trent’anni e posso dichiararmi soddisfatto: ho comprato casa, ho un buon lavoro, ho un compagno che mi ama quanto e più io ami lui, ho un cane che mi ama meno di quanto io ami lui,ma ha imparato a sopportarmi.
Ho trent’anni e mi sono tolto i miei sfizi, e sono ancora sano come quando ho cominciato.
Ho trent’anni e guardo ancora al futuro, quello penso che lo farò anche a sessanta.
Ho trent’anni e vorrei un figlio.
Ho trent’anni e mi manca mio padre, ma per ora non ci stiamo scostando molto da come dovevano andare le cose.

Ho trent’anni e dentro di me c’è ancora quel bambino e c’è già quel vecchio.