Sono giorni davvero strani, corti e nello stesso momento infiniti, caldi, talmente caldi che quando rientro a casa il pomeriggio non apro le finestre altrimenti disperdo freschezza: mi spoglio soltanto e mi metto a vedere Hannah Montana. Giorni in cui non sporco una pentola ma mi sembra di mangiare comunque troppo e male, giorni in cui rimando un sacco di cose come fare la spesa o ricomprare la bici, dopo che della prima mi hanno fottuto la ruota posteriore*, per girare per Firenze decentemente; dovrei poi chiamare l’omino dell’aria condizionata che è rotta da due anni, anche se sarà pieno di lavoro con sto caldo e mi verrà solo a ottobre.
Insomma, sono giorni scombinati. C’entra il periodo estivo che mi ha sempre sfasato: io ero lo sfigatino a cui a settembre non dispiaceva tornare a scuola, perché trovavo confortante l’organizzazione delle giornate e delle settimane, il ritmo sveglia-scuola-pranzo-compiti-cena-letto era una sicurezza. Vivendo in città inoltre mi scontro con una cosa che a Viareggio non succede, ovvero la fuga durante il mese di agosto di qualunque essere vivente verso altri lidi: a te, che hai sempre lavorato ad agosto, sembra di abitare su Marte.
A dare un “aiuto” a questi giorni, poi, c’entra ovviamente tutto il resto, di cui sopra.
Se dovessi assaporare la sensazione che provo adesso, direi che siamo sull’apatia, con un retrogusto amarognolo di depressione e pinoli, sì. Però c’è anche una base dolce di ottimismo, magari con un po’ di burro. L’ottimismo è dato dalla voglia di ripartire, di non veder l’ora che tutti gli amici rientrino in città, che negozi e locali riaprano regolarmente invece di deluderti con le loro chiusure o mezze giornate ed infine che i miei adorati corsi serali ripartano, per riempire giornate e soprattutto testa. Voglio andare avanti, scontrarmi con il prossimo natale in cui, impegno preso, cucinerò io, non importa cosa o come, quel che importa è essere ancora intorno alla stessa tavola. Vorrei affrontare, incassando ma stratificandomi, tutto quello che verrà, senza aver paura degli errori che purtroppo, si fanno. Però servono.
*Lo so che qualcuno si sta chiedendo “perché ti ricompri tutta la bici invece di andare a far mettere la ruota?”. La risposta è data dal fatto che la bici in sé era già usata e pagata 60€, vivendo in centro, dove sono tutti gioiellieri, pagherei il rimpiazzo della ruota quanto un’altra bici. E poi comunque l’ho già fatta portare via dalla Quadrifoglio.
*Lo so che qualcuno si sta chiedendo “perché ti ricompri tutta la bici invece di andare a far mettere la ruota?”. La risposta è data dal fatto che la bici in sé era già usata e pagata 60€, vivendo in centro, dove sono tutti gioiellieri, pagherei il rimpiazzo della ruota quanto un’altra bici. E poi comunque l’ho già fatta portare via dalla Quadrifoglio.