24/10/14

They tell of spring returning

Mentre la società dibatte sulle unioni civili, il mio sogno di vita di coppia naufraga miseramente.
Nel peggiore dei modi. Nel più scontato degli epiloghi.

Anche se noi eravamo quelli perfetti.

E allora, che si deve fare.

Nulla, dico io. Ci si rimette in carreggiata. Si impara di nuovo a stare da soli, a cambiare abitudini, a rimpolpare le amicizie. Mi metto a dieta, faccio crescere il ciuffo, riprendo a far lievitare bicipiti e pettorali (gli addominali non sono mai stati il mio forte), faccio un nuovo tatuaggio. E metto via le tue foto, i tuoi regali, ogni cazzo di elemento che mi ricordi te, come se non bastasse già il picchio che ho in testa e che mi martella.

E’ un fallimento? Eccome.
Mi vergogno? Oh, sì.

Ma non perché ci sia qualcosa di male. Capita.
E’ che non sopporto più di essere il gay che salta da un fidanzato all’altro, che giura amore eterno fino al giorno in cui alla domanda “come sta il tuo fidanzato?” liquido con un “ci siamo lasciati e non intendo parlarne”. Ma tant’è.

Comunque, siamo di nuovo qui, io e il mio lavoro, io ed il cane.
Intanto vado a Londra, intanto mi diverto.

Poi si vedrà.