17/11/11

The horses are coming, so you better run.

Sono convinto che a fare trekking a gran velocità con una bici usata e precaria su questi mattoni grigi di città prima o poi mi partirà un pezzo, un pezzo importante tipo una ruota, e io mi ritroverò ribaltato o comunque in una caduta che avrà del comico per chi potrà assistere, spero saranno turisti perché sono di sicuro più buoni dei locali.
Per il momento però mi godo la libertà che un velocipede dà in un centro manegevole come quello di Firenze e anche se ho freddo alle mani e alla fronte, perché mi dimentico sempre di bardarmi a dovere, mi piace muovermi veloce per queste strade strette e antiche, alzare il naso e vedere un lampione che quasi quasi va a gasolio o lo scorcio di vecchie travi da una finestra piccola di una casa che mostra una luce calda.

Ok, le ultime righe sono troppo poetiche, stemperiamo con qualcosa di più terra terra: dopo aver mangiato all’osteria da Giorgio dove per 13€ ti danno primo secondo e contorno da annaffiare con acqua e vino rigorosamente rosso e di ignota provenienza, abbiamo ripreso le nostre bici legate insieme, che la cosa del legare le bici insieme io la trovo molto intima, e siamo andati in zona S.Croce, con una tappa da Rivareno, però chiuso, allora da Vivoli, chiuso anche quello, allora da Neri, che noi sto gelato d’inverno lo volevamo proprio e poi alla fine io ho optato per una crepe alla nutella facendo scuola ad un gruppo di americane disinibite in maglioni oversize, leggings e capelli non spazzolati che ripetevano “And I was like: OMG”. Poi siamo andati in via de’ Macci, tenete conto che la cose è tracciabile tramite Foursquare perché ho fatto check-in in tutte le tappe, dicevo in via de’ Macci ho ricevuto un regalino di compleanno zuccheroso e abbiamo trovato le ragazze, belle e disinibite anche loro, che quasi quasi fanno sesso anche a me se non fosse che mi fa sesso altro. S’è bevuto un shot (fa giovane lo shot) e uno Jägermeister (per scriverlo bene ho cercato su google) e alla fine un po’ di botta l’avevo così il vecchio che è in me (sempre io) ha pensato bene di riprendere la bici e tornarsene a casa pedalando a tutto fo’o, da qui la riflessione sulle ruote che potevano anche sganciarsi.

- Run fast for your mother, run fast for your father
Run for your children, for your sisters and brothers
Leave all your loving, your loving behind
You cant carry it with you if you want to survive
-


2 commenti:

Belguglielmo ha detto...

Buon compleanno allora. E viva le osterie.

Andre ha detto...

Grazie Belgu, cerco ogni volta di "seminarlo" il mio compleanno e lui invece mi scova sempre.