C’è chi sa comandare.
Gente nata per essere capo, che ci sa proprio fare a dare ordini.
Io no.
Non so, penso a mia zia che ha un negozio e fa filare le commesse come schegge, mentre magari con me che sono nipote è così affettuosa e materna.
Penso a quei professoroni non cattivi, ma con cui non vola una mosca in aula.
O ancora semplicemente a quelle madri e mogli che sono delle generalesse in casa e sanno cosa va fatto e chi lo deve fare e neanche i mariti fiatano, figuriamoci i figli.
Ripeto, io no.
E’ più probabile che io usi un tono accondiscendente, simpatico, complice.
Niente di più sbagliato. Prima di tutto perché fa suonare l’ordine come una richiesta. E poi perché un capo non è complice. Un capo non è amico, deve rinunciare a rivestire questi ruoli perché non si può essere entrambe le cose.
E’ assai probabile che nel momento in cui mi rompo i coglioni e voglio esser rispettato per davvero, l’impeto con cui a quel punto ordino è sovradosato rispetto al necessario (e solo io in quel momento so quanta pazienza ho avuto fin lì).
No, io non lo sono, un capo. E probabilmente mai lo sarò.
2 commenti:
lo so che dico una cosa antipatica, ma c' è gente che va comandata, altrimenti pretendono di essere loro a comandare in base ai loro capricci.
Penso che Sara abbia ragione. Ma neanche io sono adatta a fare il capo. Coi miei simili,intendo per grado e autorità sul lavoro, almeno. Forse neanche in altri campi, a pensarci bene, perchè anche lì scivolo nella trappola della 'parità' che non corrisponde per tutti a: pari diritti pari doveri.Mah!
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