29/09/11

I don't want your simpathy.

Siamo in quel momento detestabile in cui l’aereo è atterrato a destinazione e tutti si sono già alzati ma devono ancora aprire le porte quindi siamo ingessati in un fermo immagine dato dalla mancanza di spazio. Solitamente in questo momento a me scappa forte la pipì perché non sono riuscito a farla in volo – infatti conosco bene la mappatura dei cessi dell’area arrivi di molti aeroporti, quelli di Londra a memoria. Comunque, io sto ancora seduto perché ero al finestrino e per alzarsi sul corridoio non c’è già più posto, mia cugina invece è in piedi, immobilizzata e spalmata contro un sedile, che tiene come se lo abbracciasse. La vedo che smania, ad un certo punto butta gli occhi all’insù ed emette un sibilo al contrario, a denti stretti tirando dentro l’aria, sembra quasi che scappi anche a lei la pipì ed invece dice “Mmm, se non fumo subito una sigaretta muoio”.
E io non la capisco.
Cioè, capisco quello che ha detto ma mi pare assurdo sentirne così il bisogno e far deviare poco dopo un intero gruppo di persone momentaneamente fuori dall’aeroporto, invece che farci andare direttamente da dentro al binario del treno interrato, solo perché deve riprendere una boccata d’ossigeno-alla-nicotina. Io potrei avere una pretesa simile in fatto di cibo – o pipì, appunto – ma questa cosa del DOVER fumare al punto di condizionare sé e gli altri mi sembra un’assurdità, per di più deleteria. Lei appena getta a terra la cicca si infila in bocca una gomma, ma cambia poco, la cosa è sempre deleteria.

Nessun commento: