03/10/11

The story begins again and again.

Mi guardi mentre faccio scivolare la cioccolata fondente fusa sul trancio di panna cotta, prima il mio, poi il tuo: a te non verrebbero mai in mente sti dessert goderecci fatti con quello che uno si ritrova nella dispensa, ma a me sì. E poi te la magni pure tu pensando “che idee brillanti che c’ha mio figlio”. Purtroppo non è l’unica cosa che ti frulla per la testa stasera, e neanche a me. Lo so esattamente cosa provi e vorrei stringerti tanto fino a farti tranquillizzare. Non ne ho voglia neanche io di tornarmene da solo nell’appartamento vuoto di una città che non sento mia. E soprattutto di lasciare te qui da sola.

E’ la culla la nostra condanna, perché passiamo il resto della vita a sentire la mancanza del suo tepore, a renderci conto ogni giorno di più che là fuori è dura ed è freddo e non gliene importa più niente a nessuno di noi.

2 commenti:

Mercoledì ha detto...

bel post. bello bello.

Andrea ha detto...

Ma grazie :)